Una parola di vicinanza e di vita nuova
La Parola di Dio che ci viene offerta in questa quinta domenica del tempo di quaresima, si caratterizza per due sottolineature importanti: è parola di vicinanza ed è parola creatrice di nuova vita.
Le parole di Gesù esprimono anzitutto VICINANZA e solidarietà. Gesù si avvicina ad una famiglia che vive l’esperienza del lutto e il dialogo con Marta e Maria mostra tutto l’affetto umano che Gesù prova per queste persone a lui care. E’ straordinario che l’evangelista sottolinei la commozione di Gesù. Emerge tutto il lato umano di parole cariche di solidarietà e di amicizia. Credo che sia importante riconoscere questa potenzialità delle parole che pronunciamo, perché quando esse non sono banali, risultano capaci di far sentire a coloro che incontriamo la nostra vicinanza e condivisione. Papa Francesco ha sottolineato più volte la necessità di creare ponti e di non costruire muri. Il nostro linguaggio risulta essere lo strumento adatto per creare relazioni di fraternità e di solidarietà.
Il miracolo raccontato nel vangelo di oggi ci presenta la Parola di Dio come CREATRICE DI VITA NUOVA. Lazzaro esce dal sepolcro e inizia una nuova vita obbedendo alle Parole di Gesù che lo chiamavano ad uscire dal luogo della morte e delle tenebre. L’ascolto della Parola di Dio e la capacità di metterla in pratica, contraddistinguono l’uomo saggio dallo stolto. Si tratta di una parola creatrice, capace di creare novità di vita, discontinuità con il passato e nuova capacità relazionale.
A questo punto dovremmo domandarci: perchè il Signore ci chiede di ascoltare e mettere in pratica la sua parola? Ci viene in aiuto il libro del Deuteronomio ascoltato nella prima lettura di oggi, illuminandoci sul fine che il Signore ha prospettato per ciascun uomo che ascolta e mette in pratica la Parola di Dio: “così da essere sempre felici e essere conservati nella vita”. La FELICITA’ di ogni uomo è il desiderio profondo che abita il cuore di Dio e l’attuazione della sua parola è la via che ci conduce alla felicità piena. Non dimentichiamoci mai che il programma di vita di Gesù è racchiuso integralmente nella pagina delle beatitudini.
Ma dove si realizza questa beatitudine. San Paolo nella seconda lettura rivolge agli Efesini, e quindi anche a noi, dicendo: “fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi”. La nostra vita quotidiana e concreta diventa quindi IL CAMPO NEL QUALE METTERE IN PRATICA l’esperienza della nostra fede. Fede e vita si uniscono così in maniera indissolubile. Sono molti coloro che vorrebbero racchiudere l’esperienza cristiana esclusivamente dentro le mura di una chiesa. La Parola di Dio di oggi invece ci offre l’opportunità di dire ad alta voce la bellezza di una fede che interagisce con tutti gli aspetti del nostro vivere, da quelli più evidenti a quelli più reconditi.
di don Lorenzo Stefan