Una parola che sostiene le relazioni

La Parola di Dio che abbiamo ascoltato in questa domenica ci parla nitidamente del tema delle relazioni. Esse sono la nostra vita. Chi fatica nelle relazioni fatica a vivere e trova grandi difficoltà. La fuga nell’isolamento e il fuggire di fronte alle relazioni non sono la soluzione ma un ulteriore impoverimento della propria umanità. Walt Disney scrisse: “Potete immaginare, creare e costruire il luogo più meraviglioso della terra, ma occorreranno sempre le persone perché il sogno diventi realtà”. Oggi vogliamo mettere a tema due relazioni importanti: quella con Dio e quella con gli uomini.
Il libro dell’Esodo nella prima lettura ci parla della RELAZIONE TRA DIO E L’UOMO. E’ bellissima l’immagine di Mosè che istituisce un luogo dove “si recava chiunque volesse consultare il Signore”. Si tratta anzitutto di un incontro “faccia a faccia” che l’uomo può avere con Dio proprio come potrebbe avere con un amico. Si tratta di un’immagine straordinaria che ci illumina circa il fatto che la relazione con il Signore investe la totalità della nostra umanità e non solo l’aspetto intellettuale. Non va poi sottovalutata la finalità dell’incontro. L’uomo desidera consultare Dio circa la propria vita e il proprio vissuto. La relazione con Dio non esula dalle cose di tutti i giorni, anzi la sua parola illumina il nostro vivere. Sarebbe davvero bello provare a consultare maggiormente il Signore circa gli affari della nostra vita in modo tale da poter intraprendere azioni sagge.
Il brano del vangelo di Giovanni ci parla della RELAZIONE TRA GLI UOMINI. Cosa succede quando si incontra Gesù? Il cieco certamente viene guarito e compie il suo percorso di fede. Ma la fede lo porta in un primo tempo ad essere una persona isolata. I suoi genitori si rifiutano di riconoscerlo, i “vicini e quelli che lo avevano visto prima” si mettono a criticarlo e lo allontanano, anzi l’evangelista Giovanni precisa “lo cacciarono”. Talvolta credere, oggi come ieri comporta a volte un isolamento, un essere cacciati dai luoghi dove si ritrova la gente, un essere in qualche maniera isolati. Tutto questo non deve abbattere perché la fede non è un gesto isolato ma viene vissuta nella chiesa, nella comunità dei discepoli. Nascono relazioni nuove, che vengono coltivate alla luce della Parola del Signore. La comunità cristiana è infatti l’insieme di persone che vivono le loro relazioni cercando di fare in modo che esse prendano forma dalle relazioni di Gesù. Essere cristiani è semplicemente questo.
Nella seconda lettura, l’apostolo Paolo riprende questo concetto cercando di mostrare come in realtà LA RELAZIONE CON DIO E QUELLA CON I FRATELLI SI CONTAGIANO A VICENDA. Ai fedeli di Tessalonica egli scrive proprio così: “avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri”. Si incontra il Signore per imparare ad amare i fratelli. E’ evidente che la relazione con il Signore ha uno scopo preciso: “la volontà di Dio è la vostra santificazione”. Incontriamo il Signore per prendere nella nostra vita la stessa forma di Cristo. E proprio per questo motivo nella comunità cristiana si impara a vivere in modo tale “che nessuno offenda e inganni il proprio fratello”.
L’augurio più bello che oggi possiamo rivolgerci lo prendiamo da una frase di Madre Teresa di Calcutta: “Non dobbiamo permettere a nessuno di allontanarsi dalla nostra presenza, senza sentirsi migliore e più felice”.

di don Lorenzo Stefan