Giovanni Battista

La liturgia di questa domenica ci presenta la straordinaria figura di GIOVANNI BATTISTA. In realtà di quest’uomo non conosciamo molto ma le poche notizie che i vangeli ci offrono ci permettono di porlo al centro dell’attenzione come modello.
Anzitutto notiamo che nel vangelo di oggi per ben quattro volte a Giovanni viene posta la domanda “CHI SEI?”. Potremmo pensare che i Giudei volevano coglierlo in fallo credendo che Giovanni si autoproclamasse come il salvatore del popolo. Ed invece ecco lo straordinario percorso di quest’uomo.
Giovanni anzitutto precisa con calma ma anche con estrema chiarezza chi lui non è. “IO NON SONO” è l’incipit del discorso di Giovanni. Egli non solo afferma di non essere il messia ma in quel “non sono” è racchiusa anche tutta l’umiltà di un uomo che è povero e si sente povero, di un uomo che è consapevole dei propri limiti e dei propri peccati. Giovanni Battista pone anzitutto davanti ai suoi interlocutori la propria fragile umanità, mostrando così che non bisogna essere perfetti per avere diritto di abitare questa terra e tanto meno per essere discepoli e testimoni del Signore Gesù. Questo primo umile passo è necessario per acquisire consapevolezza e grazie ad essa si diventa capaci di parole significative e importanti.
Ed ecco quindi il secondo passo. Giovanni afferma la sua identità: “IO SONO voce di uno che grida nel deserto: rendete diritta la via del Signore”. Egli ora si manifesta pienamente e la rivelazione è quanto mai importante. La sua vita e l’importanza della sua esistenza hanno valore unicamente in relazione a Gesù. Giovanni il Battista è un uomo completamente orientato a Gesù. La sua esistenza non avrebbe significato se non in rapporto a Lui.
Gesù è quindi il faro dell’esistenza di Giovanni e il precursore riconosce che la presenza di Dio avvolge la sua esistenza in ogni stagione: IN MEZZO A VOI—DOPO DI ME—PRIMA DI ME. Non esiste un tempo della vita che non abbia a che fare con Gesù.
Il profeta Isaia ci aiuta a comprendere come sono i tempi nuovi che vengono annunciati da Giovanni il Battista. Essi sono anzitutto tempi di GIUSTIZIA, cioè tempi nei quali i giusti potranno esprimere al meglio le proprie capacità. Essi saranno tempi meravigliosi perché si lavorerà e ci si impegnerà per il bene.
Ed ecco allora il suggerimento di Isaia per iniziare far maturare la stagione della giustizia nella quale il comportamento del germoglio di Iesse si estenderà a tutta la terra. “NON GIUDICHERA’ SECONDO LE APPARENZE E NON PRENDERA’ DECISIONI PER SENTITO DIRE”. Poca roba potrebbe obiettare qualcuno ma proviamo a pensare verso quale bellezza ci incammineremmo se fossimo capaci di applicare questo stile al nostro vivere e se insieme usassimo la virtù della prudenza.
Questa ultima domenica di Avvento ci sprona ancora una volta a mettere al centro del nostro vivere il Signore Gesù.

di don Lorenzo Stefan

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