Quaresima 2020…Dio alleato dell’uomo

In questa domenica, la difficile pagina del vangelo di Giovanni ci rivela l’ottusità dei Giudei che ritengono di essere salvi semplicemente perché si dichiarano figli di Abramo. Essi hanno perso il senso profondo della loro appartenenza al popolo eletto e si limitano a riconoscere il loro essere figli di Abramo solo dal punto di vista giuridico e non esistenziale. Gesù con pazienza cerca di rivelare loro come non ci si salva per meriti acquisiti giuridicamente ma per un’esistenza capace di crescere continuamente nel rapporto con il Signore e con i fratelli. L’essere figli di Dio infatti non è una condizione statica ma dinamica. Ogni giorno siamo chiamati a crescere in questo straordinario rapporto con il Padre che continua a educare il suo popolo e anche ciascuno di noi.
Il libro dell’Esodo che abbiamo ascoltato nella prima lettura sottolinea alcuni aspetti importanti che voglio brevemente riprendere e condividere.
Ci viene mostrato anzitutto il volto autentico di Dio. Egli è il Dio della misericordia e del perdono. Spesso papa Francesco ci richiama l’importanza di contemplare il volto misericordioso del Padre. Sottolineare il vero volto del Padre può sembrare apparentemente un’osservazione banale . In realtà così non è. Sempre più spesso infatti si incontrano persone che hanno una visione distorta del vero volto di Dio. Le loro parole testimoniano chiaramente che il dio nel quale credono certamente non è il Dio di Gesù di Nazaret. Spesso la fede che viene dalla trazione ma non si forma nell’ascolto attento del vangelo rischia di diventare fuorviante e di farci immaginare un dio a nostra immagine e somiglianza. Occorre vigilare attentamente sulla vera identità di Dio per evitare di crearci un idolo proprio come fecero gli ebrei nel deserto. Il tempo della quaresima si offre a noi come tempo propizio in cui la Parola di Dio risuona in maniera abbondante e ci offre la possibilità di purificare la nostra fede. D’altronde già papa Benedetto XVI aveva messo in guardia i cristiani dal relativismo che toccava sia in ambito etico che teologico.
Il Signore però non si arrende e insiste nel suo desiderio di coltivare un’alleanza con l’uomo: “ecco io stabilisco un’alleanza”. Egli riscrive le tavole della legge, Dio si offre ancora disponibile a firmare un contratto con l’uomo e si impegna a compiere prodigi e meraviglie “io farò meraviglie”. Ancora una volta siamo chiamati a contemplare i prodigi e le meraviglie che il Signore ha operato nella vita di ciascuno di noi e della sua chiesa. La capacità di contemplazione si trasforma poi in un’educazione alla fede nei confronti delle giovani generazioni che sia in primo luogo un racconto delle meraviglie del Signore. Il vangelo d’altronde è in primo luogo buona notizia per la vita di ogni uomo.
Infine vorrei che oggi ciascuno di noi e la nostra comunità pastorale intera faccia propria la preghiera di Mosè sul Sinai: “il Signore cammini in mezzo a noi”. Questa preghiera racconta la disponibilità del credente a seguire il suo Dio, a lasciarsi indicare la via della vita. Il desiderio di ogni credente dovrebbe essere sempre quello di poter gustare il dono della presenza di Dio lungo il cammino. La presenza del Signore non può essere relegata entro le mura di una chiesa. Dio è capace di offrire un sapore straordinario alla quotidianità del nostro vivere. Lasciamo che Dio entri nei nostri sguardi, nei nostri pensieri, nelle nostre azioni…. Seguendo l’invito di S. Paolo potremmo augurarci vicendevolmente di “conformarci al pensiero di Cristo” (Rm 12,2).

di don Lorenzo Stefan