Quaresima 2020…in ascolto della Parola

In questa seconda domenica di Quaresima, la liturgia ci propone il brano della samaritana. Vorrei sottolineare in questa domenica come l’esperienza del deserto sia in qualche modo anche esperienza di silenzio esteriore e interiore capace di generare un ascolto attento.
Nei giorni scorsi, molti di noi si sono trovati a cambiare le abitudini del proprio modo di vivere e paradossalmente ad “avere più tempo” e ad essere nella condizione di trascorrere molto tempo in un luogo che avrebbe potuto essere anche luogo di silenzio. Questi giorni certamente non facili sarebbero potuti essere, e spero che per molti cristiani lo siano stati, un’occasione propizia per riflettere, leggere, pregare… per rafforzare il proprio incontro con il Signore in questa prima settimana di quaresima, ma soprattutto occasione per leggere un vangelo.
La domenica della samaritana ci offre ancora lo spunto per far si che il tempo della Quaresima, ma non solo, sia occasione di preghiera e di dialogo con il Signore. Papa Francesco, già nel mese di gennaio, ha sottolineato l’importanza dell’ascolto della Parola di Dio istituendo una domenica nella quale siamo stati chiamati a riflettere proprio su questo pilastro fondamentale della nostra fede. La nostra diocesi di Milano ha maturato questa sensibilità soprattutto grazie al Card. Martini che ha educato il suo popolo alla capacità di stare di fronte alla Parola di Dio. Questo lungo dialogo tra la donna e Gesù ci suggerisce alcune riflessioni.
La preghiera è dialogo con il Signore. Ci si pone in ascolto della sua Parola e si pone davanti ad essa il nostro vissuto. La Parola di Dio illumina la nostra vita e proprio come è capitato alla donna samaritana, ci aiuta a comprendere meglio il nostro passato.
La Parola di Dio diventa anche sorgente di scelte importanti nella nostra vita. Come la donna è stata capace di tornare al suo paese e alle sue relazioni con uno spirito nuovo e diverso, così anche per noi è possibile cambiare stili di vita e comportamenti nella misura in cui ci lasciamo interpellare dalla Parola di Dio.
La Parola di Dio non è sempre di facile comprensione e la capacità di leggerla e comprenderla matura nel tempo e con applicazione. Spesso capita di vedere di fronte alla Sacra Scrittura un generale “fai da te” che non è molto produttivo, anzi è rischioso. Chi desidera accostarsi seriamente alla Parola di Dio contatti i sacerdoti della parrocchia che sapranno indicare loro sussidi adatti per la comprensione del testo e per la preghiera.
Anche la catechesi degli adulti che si svolge nei venerdì di quaresima è occasione propizia per accostare un brano della Sacra Scrittura. Inoltre venerdì 20 marzo avremo tra noi don Mario Antonelli, vicario episcopale per l’educazione e la celebrazione della fede, che ci aiuterà ad approfondire questo argomento.
Vorrei concludere con una frase di Carlo Carretto, piccolo fratello di Gesù che ha fondato una comunità a Spello. Egli scrisse: “Dal deserto le cose si vedono meglio, con proporzioni più eterne”. Questa frase ci aiuta a comprendere come spesso l’essere totalmente presi dal presente e dalla fretta non solo ci fa perdere di vista ciò che davvero conta, ma addirittura non ci permette di guardare in profondità ciò che abbiamo sotto gli occhi e di comprenderlo appieno.
Abbiamo bisogno di silenzio, di capacità di ascolto di una parola che non è chiacchiera ma parola significativa.
Lo stesso Manzoni, al cap. 31 dei promessi sposi ci mette in guardia dalla fretta di proferir parole e invita alla considerazione e alla riflessione: “Si potrebbe però, tanto nelle cose piccole, come nelle grandi, evitare, in gran parte, quel corso così lungo e così storto, prendendo il metodo proposto da tanto tempo, d’osservare, ascoltare, paragonare, pensare, prima di parlare.
Ma parlare, questa cosa così sola, è talmente più facile di tutte quell’altre insieme, che anche noi, dico noi uomini in generale, siamo un po’ da compatire.”
Papa Francesco nel discorso ad inizio della quaresima ha sottolineato proprio questo aspetto con queste parole: “Il dialogo che Dio vuole stabilire con ogni uomo, mediante il Mistero pasquale del suo Figlio, non è come quello attribuito agli abitanti di Atene, i quali «non avevano passatempo più gradito che parlare o ascoltare le ultime novità» (At 17,21). Questo tipo di chiacchiericcio, dettato da vuota e superficiale curiosità, caratterizza la mondanità di tutti i tempi, e ai nostri giorni può insinuarsi anche in un uso fuorviante dei mezzi di comunicazione.”

di don Lorenzo Stefan

Parola di don

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