Deponente le vesti del tutto
In questa seconda domenica del tempo di Avvento il profeta Baruc ci propone l’immagine di Gerusalemme che ci viene descritta come una vedova che ha perso il marito e alla quale sono stati strappati i figli. Questa vedova è depressa; siede per terra, porta gli abiti del lutto e il velo sul capo, non si lava e non si profuma più. Possiamo dire che questa donna ha perso il gusto del vivere e le motivazioni che la portano a lottare giorno dopo giorno. Questa donna rappresenta bene Gerusalemme che ha visto allontanarsi i suoi figli deportati a Babilonia per 50 anni.
Ma ecco l’annuncio di Baruc. L’esilio è finito. Il popolo di Israele sta per tornare. La notizia è sorprendente quanto inattesa, l’esilio in terra di Babilonia è terminato. Gerusalemme è invitata ad alzarsi e a correre sull’altura per scrutare all’orizzonte l’apparire del popolo che torna nella propria patria e nella propria città. Il popolo di Dio torna nella città santa cantando i salmi delle ascensioni, gli stessi salmi che ogni anno vengono cantati all’avvicinarsi delle mura della città santa durante il pellegrinaggio.
E’ giorno di festa. Gerusalemme è chiamata a cambiarsi di abito. E’ il tempo di deporre le vesti del lutto e dell’afflizione per indossare gli abiti della festa. E’ un grande giorno e bisogna festeggiare. L’abito, soprattutto nella cultura ebraica, dimostra la dignità, la grandezza e lo splendore interiore di chi lo indossa. Il vestito non serve per ripararsi dal freddo o per proteggere il proprio pudore ma dimostra e qualifica il significato e l’onore della persona stessa.
In occasione di questa festa inattesa e gioiosa, Gerusalemme riceve un nome nuovo. Da sempre nella cultura biblica il nome esprime il ruolo e la vocazione. Il nome conferito da Dio apre orizzonti inattesi e porta con se progetti e orizzonti nuovi. Il nome nuovo che viene conferito a Gerusalemme è “giustizia e pietà”. La vera pace trova la sua origine nella giustizia e la pietà indica la vera religiosità profonda che renda la volontà del credente una sola cosa con la volontà di Dio.
Anche noi siamo chiamati a deporre le vesti del lutto e della lamentela per indossare l’abito della gioia. Anche a noi oggi è data la possibilità di permettere a Dio di entrare nella nostra vita e portarvi significato profondo. Il Signore ci accompagni e accompagni ogni famiglia in questo itinerario di Avvento.
di don Lorenzo Stefan