Il tentativo maldestro di giustificarsi a parole

La Parola di Dio di questa domenica ci mette in guardia da un modo sbagliato di usare le nostre parole. Si tratta di guardarsi bene dall’atteggiamento di chi usa le parole solo per giustificarsi davanti a Dio e ai fratelli o per accampare delle scuse. Siamo chiamati in questa domenica a esaminarci profondamente su questo tema.
Ci lasciamo guidare come sempre dalla Parola di Dio che ci illumina a proposito. Il libro dell’esodo parla di IDOLATRIA: “Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso”. In fondo chi si giustifica sempre davanti a Dio e ai fratelli è colui che si è creato un idolo. A volte questo vitello d’oro assume il nome di un ego sfrenato e senza pudore, altre volte assomiglia all’immagine di un dio che ci facciamo a nostra immagine e somiglianza, in modo tale che in qualche modo possa tornarci utile. Anche i giudei al tempo di Gesù erano ormai entrati nella trappola di una fede meccanica al limite dell’idolatria, una fede intesa come uno scambio di favori tra Dio e l’uomo.
Di fronte a questa tentazione, l’apostolo Paolo ci esorta a RIMANERE SALDI: “per confermarvi ed esortarvi nella vostra fede, perché nessuno si lasci turbare in queste prove”. L’apostolo ha la consapevolezza di essere stato inviato per confermare i fratelli nella fede. Egli riconosce il suo compito come prezioso affinchè il fedele possa vivere l’esperienza della fede. Dovremmo qui avere il coraggio di interrogarci circa i nostri maestri. Di chi ci circondiamo? A chi diamo retta? A chi offriamo credito? Sono domande importanti perché troppo spesso capita di avere molti punti di riferimento proprio per non ascoltare nessuno. Di volta in volta infatti si prende ciò che più fa comodo al fine di non scomodarci troppo. In questa domenica dovremmo avere la forza di domandarci: chi sono i miei maestri e perché? Una scelta coraggiosa può portarci a vivere i tempi che il Signore ci offre senza lasciarci turbare.
Il vangelo di Giovanni ci indica la via maestra per avere la capacità di rimanere saldi nella nostra vita: “Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. RIMANERE NELLA PAROLA E CONOSCERE LA VERITA’. L’evangelista ci mostra la via da seguire. Occorre avere il coraggio di dimorare nella Parola di Dio. Leggerla con assiduità, studiarla, avere il coraggio di lasciarsi educare ad essa anche attraverso i momenti comunitari. Certamente oggi la Parola di Dio è accessibile a tutti in quanto la bibbia è un libro molto diffuso. Ma talvolta capita che una lettura affrettata o approssimativa della Parola possa portare il singolo fedele a conclusioni errate e addirittura ad una lettura superficiale o errata della Parola stessa. Letture personalistiche e personalizzate della Parola di Dio conducono talora anche a fanatismi che nulla hanno a che fare con la fede cattolica. Il vescovo, garante della fede, ci esorta a lasciarci educare anche comunitariamente all’ascolto della Parola. La Parola ci conduce a conoscere la verità del nostro vivere, della nostra identità umana e della nostra fede. La verità non è più allora il raggiungimento di uno sforzo umano ma l’accoglienza di un dono che riceviamo dal Signore. Davvero dovremmo iniziare a considerare maggiormente il peso che la Parola del Signore potrebbe avere nel nostro vissuto quotidiano.

Nella matassa della vita scegliamo il filo giusto per stare in equilibrio.

di don Lorenzo Stefan