Responsabilità, testimonianza, creatività – La funzione INOLTRO

In questi mesi, nei quali siamo chiusi nelle nostre case, è naturale ed è anche buon segno, il fatto che desideriamo comunicare con altri. Spesso si usa l’applicazione Whatsapp. Vorrei condividere, in questi prossimi numeri di Insieme, alcune riflessioni a partire dall’utilizzo di alcune funzioni di questa app di messaggistica.
Oggi vorrei prendere in considerazione una particolare funzione che tutti conosciamo molto bene, quella che offre la possibilità di inoltrare messaggi che abbiamo ricevuto.
Vorrei abbinare questa funzione a tre semplici parole.

RESPONSABILITA’
Inoltrare o non inoltrare un messaggio ricevuto è anzitutto una questione di responsabilità oltre che di buon gusto. I responsabili di un’attività che ricevono dal loro datore di lavoro un messaggio con la richiesta di farlo pervenire a tutti i dipendenti affinchè ciascuno sia a conoscenza delle linee guida del lavoro, hanno non solo il diritto ma anche il dovere di inoltrare una comunicazione. Così anche chi fa parte di istituzioni, associazioni o organizzazioni e ricopre un ruolo di responsabilità, ha il dovere di favorire la comunicazione. Boicottarla significherebbe essere irresponsabili e non svolgere bene il proprio compito. Certamente costoro sono chiamati a veicolare messaggi istituzionali che giungono a loro da chi li precede nella catena delle responsabilità.
Spesso poi ci si trova a ricevere messaggi più o meno simpatici che non provengono da una fonte istituzionale. Anche qui entra in gioco la responsabilità personale che prevede alcuni passaggi semplici ma anche chiari. Anzitutto è necessario visionare e capire il messaggio che ci è giunto prima di inoltrarlo. In secondo luogo dovremmo comprendere se questo messaggio ha una caratteristica importante per cui valga la penna che sia inoltrato ad altri. In terzo luogo, ma non da ultimo dovremmo anche provare a domandarci se chi riceve quel messaggio può davvero trarne giovamento e se quel messaggio possa in qualche modo essere di suo gradimento. Poniamoci questa domanda: “Questo messaggio piace a me o può far piacere anche a lui/lei?”. Inviare o non inviare un messaggio ricevuto è sempre una scelta di responsabilità. Spesso ci lamentiamo di avere il telefono intasato da mille messaggi che magari nemmeno visioniamo perché non riusciamo a vedere tutto. Il vangelo ci offre un’indicazione precisa in merito: “E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro” (Lc 6,31).

TESTIMONIANZA
La funzione inoltro può dunque a ben ragione considerarsi funzione di passaggio. Trasmettiamo ad altri ciò che non è frutto del nostro lavoro ma ciò che ci è offerto in dono. Se questo è importantissimo per ciò che davvero conta, può diventare nauseante se trasmettiamo solo cose che fanno perdere tempo e non arricchiscono. Vorrei portare un esempio. La fede è un dono che noi riceviamo e che a nostra volta trasmettiamo agli altri con una testimonianza che è capace di utilizzare anche moderni strumenti. San Paolo aveva già ben chiara questa idea quando ai Corinti scrive così: “A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto” (1 Cor 15,3). Inoltrare ad altri il dono della fede diventa una forma di testimonianza. Bada bene però: Paolo trasmette la fede che ha ricevuto dalla chiesa nella figura di Anania e da Pietro. Anche nella trasmissione della fede dobbiamo sempre avere la capacità di guardare la chiesa che Cristo ha voluto come garante dell’autenticità della fede. Già San Paolo metteva in guardia il suo caro Timoteo scrivendo: “Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole”. (2 Tm 4,3-4) . Forse anche oggi abbiamo bisogno di essere messi in guardia da questa forte tentazione.

CREATIVITA’
Da ultimo credo sia importante rilevare che inoltrare sempre ciò che riceviamo in qualche maniera mortifica la nostra creatività. In occasione della Pasqua qualche famiglia mi ha inviato come augurio un brevissimo video fatto da loro, con i loro volti e le loro voci. Certo non si trattava dei magnifici video, perfetti, con i colori luminosi che vediamo in televisione. Ma quei messaggi avevano il sapore della freschezza, dell’autenticità, dell’umanità e della creatività. Devo confessare che li ho apprezzati molto perché in essi era presente una creatività che i messaggi inoltrati non possederanno mai anche qualora dovessero apparire più belli dal punto di vista estetico. Quando vogliamo comunicare qualcosa, non trasmettiamo solo quello che troviamo in rete, ma diventiamo invece capaci di creazioni personali.

di don Lorenzo Stefan

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