Comunità Pastorale

In questa domenica giunge a conclusione un percorso iniziato tempo fa e che oggi trova il suo compimento, o meglio il suo nuovo punto di partenza. Già da tanti anni don Achille Fumagalli si è prodigato per far sì che gli oratori di Cesate fossero una sola cosa. Il lungo percorso e le non poche fatiche hanno però portato dei frutti notevoli. I ragazzi con grande facilità e senza alcun problema partecipano indistintamente alle iniziative che si svolgono in uno o nell’altro oratorio. La nomina di un solo parroco per entrambe le parrocchie ha inoltre permesso il consolidarsi e l’avvio di altre attività in comune. La catechesi degli adulti a partire da quest’anno diventa sistematica e si pone come punto di riferimento per la formazione e per la preghiera degli adulti, in particolare modo di tutti coloro che sono impegnati attivamente in parrocchia. L’aver scelto come tema della catechesi adulti lo stesso argomento che guiderà il prossimo pellegrinaggio parrocchiale in Giordania, facilita la presenza agli incontri anche di tutti i pellegrini. Questo felice connubio era già avvenuto due anni fa con il pellegrinaggio in Terra Santa. Anche la pastorale battesimale è ormai un dato di fatto consolidato che non vede più alcuna differenza fra le nostre due chiese. La pastorale in preparazione al matrimonio era già da tempo vissuta in modo uniforme e in comunione. Oggi ancor di più acceleriamo in questa direzione. In particolare mi sembra di notare che tutti coloro che si accostano per la prima volta al mondo delle nostre parrocchie dopo tanti anni, non manifestano alcun disagio e sono disponibili a vivere i vari momenti dove sono loro proposti. Osservo invece maggiore fatica nel pensare la realtà ecclesiale di Cesate come unitaria da coloro che vivono con maggiore frequenza la vita delle parrocchie. Il percorso dell’oratorio iniziato con don Achille Fumagalli, continua ora con don Angelo Beccalli e anche il percorso parrocchiale trova maggiore unità nell’unicità delle proposte. Sempre di più infatti le iniziative vengono unificate e offerte all’unica comunità che vive in Cesate.

Evidentemente il 3 novembre 2019 non è un punto di arrivo, ma un chiaro punto di partenza. Altri passi dobbiamo compiere e altri cammini ci aspettano. Certamente però questa data segna uno spartiacque importante. Da oggi non è più pensabile ragionare a livello parrocchiale ma dobbiamo iniziare a pensare a livello di “comunità pastorale”. Proprio per questo motivo il primo cambiamento che ci è richiesto di vivere non è tanto quello delle iniziative da cambiare ma soprattutto quello di iniziare a leggere la situazione ecclesiale di Cesate come un’occasione importante che ci viene regalata per poter vivere oggi il vangelo di Gesù. Di fronte ai cambiamenti che la storia civile o ecclesiale del nostro paese ci propone, abbiamo la scelta di piangerci addosso e rimpiangere i tempi passati, oppure di affrontare le sfide della storia cercando di vivere il vangelo oggi a Cesate. La comunione nella chiesa è anzitutto un dono che viene dall’alto per il quale preghiamo ogni volta che celebriamo l’eucarestia. Perché questo dono possa crescere e diventare importante viene richiesto dal Signore anche il nostro impegno e la nostra capacità di essere fratelli perché figli dell’unico Padre. La “comunità pastorale” è allora l’opportunità che ci viene offerta, la forma che comprende il nostro essere chiesa.

La nostra comunità pastorale è dedicata a San paolo VI, l’uomo che ha promosso e favorito il dialogo all’interno della chiesa come strumento privilegiato per creare la comunione. Paolo VI ha inoltre promosso il dialogo fra la chiesa e il mondo. Queste due direttrici chiare oggi diventano attuali anche per la nostra comunità pastorale, chiamata a rimettere al centro dell’attenzione il dialogo intra ecclesiale ed extra ecclesiale sempre fondato però su quel dialogo particolare con il Padre che prende il nome di preghiera.

di Don Lorenzo Stefan

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