Quaresima 2020…la vita insperata

Il libro dell’Esodo ci mostra ancora una volta l’esperienza di vita che ebbe come protagonista il popolo di Israele. Circondato dalla morte, con il cammino sbarrato dal mare e gli oppressori egiziani alle calcagna, il popolo di Israele poteva giustamente considerarsi finito. Proprio in quel momento l’intervento di Dio libera il popolo dal laccio della morte certa e spalanca davanti ad esso un cammino possibile. E’ strepitoso come il libro biblico in pochissime parole descrive il fatto che fonda tuttora la fede del popolo ebraico: “le acque si divisero”. In poche parole si racconta come Dio interviene a favore del suo popolo e proprio quando tutto sembra perduto e umanamente non rimane più nulla da fare, allora il Signore compie nuovamente il gesto della creazione della vita. Dio offre al suo popolo una nuova possibilità di vita.
Anche S. Paolo nella lettera agli Efesini ci propone una via per uscire dalla morte del peccato. “Per grazia siete stati salvati”. La Grazia di Dio ci permette di rivivere in Cristo. Il peccato che attanaglia la vita di ciascuno di noi non può essere sconfitto basandosi esclusivamente sulle nostre forze. E’ Dio che ci trae fuori dai guai e lo fa in modo del tutto gratuito. Accostarsi alla misericordia di Dio nel sacramento della riconciliazione significa pertanto permettere al Signore di salvarci. Dio infatti, viene definito dall’apostolo come “ricco di misericordia”.
Il brano evangelico che racconta della risurrezione di Lazzaro si inserisce in questa riflessione. Il limite umano insuperabile è rappresentato dalla morte. Umanamente parlando di fronte alla morte non riusciamo a proferire parole di profondo significato, riusciamo al limite a biascicare parole di vicinanza umana. La morte rappresenta l’insieme dei limiti che siamo chiamati a vivere quotidianamente. Eppure anche qui c’è una parola sintetica che Gesù pronuncia: “vieni fuori”. Dio ci invita ad uscire dal nostro limite per andare verso di lui e diventare partecipi dell’eternità. Le parole di Gesù sono un’esplicita chiamata a uscire dalla mentalità di tutti i giorni per avvicinarci al pensiero di Dio. Dio ci chiama fuori da noi stessi e dai nostri limiti per offrirci la possibilità di partecipare alla sua vita.
Noi cristiani ancora oggi abbiamo una parola importante da annunciare: Dio è vita. Capita a volte durante la celebrazione dei funerali in particolare, che questo annuncio passi in secondo piano, o che qualcuno pensi che siano le solite cose che i preti devono dire. No. Questo è il vangelo e noi vogliamo gridare a tutti che la possibilità di una vita nuovo ricevuta in dono e non conquistata per merito è possibile ancora oggi. Non dobbiamo aspettare la morte per gustare la vita di Dio. Già oggi sperimentando la sua misericordia e percorrendo un sentiero di conversione possiamo partecipare alla vita di Dio. Noi cristiani non possiamo tacere questo vangelo della vita, ma dobbiamo annunciarlo in ogni occasione opportuna e non opportuna.
Proprio lì dove sembra che la vita sia terminata e non ci sia più alcuna possibilità, Dio si rivela come colui che è capace di far fiorire il deserto.

di don Lorenzo Stefan

Bacheca

Articolo successivo

Cavalieri della luce – 23 marzo 2020